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IL GIOCO D'AZZARDO NON CONVIENE

Gent.mo governo
Poker, scommesse, slot machine, gaming online e chi più ne ha più ne metta. Il gioco d’azzardo legale in Italia ha raggiunto un giro di affari che rasenta i 100 miliardi all’anno. Eppure, nonostante un’apparente reticenza nei confronti delle numerose campagne di sensibilizzazione contro questa nuova forma di dipendenza, lo Stato non sembra guadagnarci più di tanto. Anzi, i promotori della campagna "Mettiamoci in gioco" affermano che nel 2012 se ne sono andati oltre 6,5 miliardi in costi sociali e sanitari per i comportamenti patologici di chi non riesce più a smettere di giocare: secondo Libera, si tratta di una fascia compresa tra le 500 e le 800 mila persone, mentre sono circa 2 milioni gli individui a rischio. A queste spese si deve aggiungere la riduzione di incassi derivata dal mancato versamento dell’Iva per i soldi spesi in scommesse e giochi vari invece che in beni di consumo: i costi arrivano così a superare i 10 miliardi di euro.
Con un fatturato che si avvicina molto a cifre con 11 zeri, il gioco d’azzardo rappresenta la terza industria del nostro Paese: un business che si aggira intorno al 4% del Pil. Nel 2012, solo da questo comparto, l’Italia ha incassato 8,5 miliardi di euro in tasse. Tuttavia, se da un lato il giro di affari è in costante crescita, a diminuire sono in proporzione gli introiti per lo Stato: secondo le stime di Libera, si è passati dal 29,4% del 2004 all'8,4% del 2012, sul totale del fatturato. In sostanza, mentre il fatturato è cresciuto di circa 400 volte, le entrate fiscali sono rimaste quasi invariate nel tempo, mentre ad aumentare sono stati i costi.
Seppure riferiti solo ai primi dieci mesi del 2012, i dati dello scorso anno confermano quanto il gioco d’azzardo abbia attecchito in Italia. Da gennaio a ottobre il giro di affari ha superato i 70 miliardi di euro, con un aumento del 13% rispetto al 2011. E, ovviamente, non tutte le giocate vengono 'restituite' in premi, dal momento che i ricavi per la rete distributrice e le società concessionarie, nei primi mesi dell’anno appena passato, hanno sfondato quota 7 miliardi.
Secondo uno studio dell’associazione Azzardo e nuove dipendenze, l’Italia ha il triste primato europeo di diffusione del gioco d’azzardo in termini di spese pro-capite (tra i 1700 e i 1900 euro, secondo le stime di Libera che considerano solo la popolazione maggiorenne), mentre si colloca alle spalle di Singapore e Australia nel resto del mondo. Dati confermati anche dall’Osservatorio del Gioco online del Politecnico di Milano, secondo cui il gaming online è la terza voce di spese per l’intrattenimento in Italia. Oltre 36 milioni di italiani, infatti, nell’ultimo anno hanno giocato almeno 1 euro o hanno comprato un biglietto della lotteria.
Nel corso dell’ultimo anno sono state 5 mila le aziende coinvolte nel giro di affari del gioco d’azzardo legale, che può contare su 6181 punti e agenzie autorizzate e dà lavoro a 120 mila persone. In Italia ci sono circa 400 mila slot machine disseminate lungo il territorio nazionale, una ogni 150 abitanti: alla Lombardia spetta il primato di Regione con più giochi pubblici, mentre la maggior spesa pro capite si è raggiunta nel Lazio.
Secondo l’analisi condotta da Eurispes per il Telefono Azzurro, anche bambini e adolescenti non sono immuni alla piaga del gioco d’azzardo. Un bambino su sei, tra i 7 e gli 11 anni, ha già giocato a soldi 'off line', mentre uno su dieci ha avuto a che fare con scommesse e poker in rete. Numeri che crescono vertiginosamente quando si parla di adolescenti: nella fascia 12-18 anni, gioca online il 12% dei ragazzi, mentre a puntare “fuori rete” è addirittura il 27%. A farla da padrone tra i piccoli sono i “gratta e vinci”, mentre i più grandi preferiscono le scommesse sportive e il poker online.
'Buon senso ridotto a calcolo', questa secondo il filosofo matematico Blaise Pascal è l’estrema essenza del calcolo delle probabilità. E, in effetti, bastano davvero pochi numeri per capire quanto possa diventare economicamente (e non solo) dannosa la dipendenza dal gioco d’azzardo. Prendendo in prestito alcuni dei più efficaci esempi studiati dai fisici e matematici Paolo Canova e Diego Rizzuto, autori della campagna 'Fate il nostro gioco', è più probabile che un uomo venga colpito da un fulmine sette volte nell’arco della propria vita e sopravviva, piuttosto che faccia sei al Superenalotto. E ancora, vincere 500 mila euro al 'gratta e vinci' ha le stesse probabilità (una su 6 milioni) di riuscire a fare in sequenza le seguenti cose: incontrare una persona nata il proprio stesso giorno, lanciare una moneta e fare 'testa', pescare una determinata carta da un mazzo di 52, fare 6 lanciando un dado, incontrare una persona di un segno zodiacale deciso in precedenza, lanciare nuovamente una moneta e fare 'testa'.
Tra i principali antagonisti del gioco d’azzardo, sono molte le istituzioni locali che ultimamente si stanno prodigando per porre un freno a questa malattia. Le iniziative più forti sono state messe in atto nella Regione autonoma del Trentino - Alto Adige: da un lato, la Provincia di Trento ha deciso di sospendere ogni contributo pubblico a bar, negozi, edicole con slot machine; dall’altro, la provincia di Bolzano ha imposto ai 250 bar del Comune di rimuovere tutte le slot machine. In Lombardia, invece, una cinquantina di sindaci ha firmato un 'Manifesto per la legalità contro il gioco d’azzardo' in cui, tra le altre cose, si chiede lo studio di una legge nazionale per arginare questa nuova piaga sociale. Ma iniziative simili si stanno diffondendo in tutta la penisola.
L’imponente giro di affari del gioco d’azzardo, tra slot machine, videopoker e vari sistemi di scommessa, non riguarda solo l’economia 'sana' ma suscita notevoli interessi anche nel mondo sommerso della malavita organizzata. Stando al dossier 'Azzardopoli 2.0' pubblicato da Libera, nell’ultimo anno sono stati 49 i clan affiliati a mafia, camorra e ‘ndrangheta che hanno avuto importanti ritorni dal business del gioco d’azzardo: difficile fare i conti ma, nel totale, si può ipotizzare una cifra non inferiore ai 15 miliardi di euro.
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